4 novembre 2008 - "riflessioni"
Il rifugio “Maria e Franco” ci accoglie aggrappato alla roccia, sospeso in una massa di nuvole basse. Il suo gestore, Giacomo, ci invita ad entrare nel rustico refettorio della casa con aria bonaria, vedi che ha voglia di scambiare due parole in compagnia, e mentre ci prepara un caffè, ci spinge a vedere il piccolo museo improvvisato poco dietro il bancone del bar. Ci sono una serie di reperti bellici del primo conflitto mondiale, ritrovati nelle vicinanze del rifugio, disposti accanto una serie di immagini d’epoca che raffigurano gruppi di alpini intenti a costruire camminamenti e grotte di appostamento.
Alla nostra affermazione “E’ vero queste sono state zone di combattimento” subito ci corregge dicendo che da queste trincee, dai punti di avvistamento e quant’altro, mai un proiettile è stato sparato contro il nemico, mai come in queste montagne l’aggettivo “guerra di posizione” è appropriato.
Il 4 novembre 1918 l’incubo di questa assurda guerra di logoramento, come poi gli storici ebbero modo di definirla, ebbe fine, l’Austria si arrendeva e i soldati potevano fare ritorno alle loro case.
Camminare al cospetto di montagne che trasudano storia vale molto di più di infinite lezioni sui libri. Come per esempio l’esperienza vissuta da me e dai miei compagni di viaggio nel rifugio sopra citato, punto di appoggio più alto all’interno del sentiero della Grande Guerra che si snoda per una sessantina di chilometri sulla linea di confine tra Lombardia e Trentino. Alcuni metri in terra lombarda, altri in terra trentina oggi non fanno differenza, si cammina tranquilli osservando la natura che ti accompagna mentre ti avvicini al ghiacciaio dell’Adamello. Novant’anni fa camminare da una parte del crinale piuttosto che dall’altra invece ti cambiava la vita. Da questa parte eri in Italia, subito di là c’era il nemico: l’Austria.
Il 4 novembre è un occasione. E’ una di quelle giornata che ti possono aiutare a riflettere, ovviamente devi fermarti un attimo, avere la pazienza di prenderti del tempo. A distanza di alcuni mesi ecco che quelle montagne tornano a parlarmi per portarmi in un passato fatto di orrori e stenti, e sembrano urlare al mondo “MAI PIU’”.
Andrea Tortella
(componente della Commissione Cultura e Biblioteca)
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